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I 17 di via Rasella

“Il più sanguinoso e clamoroso attentato urbano antitedesco in tutta l’Europa Occidentale”

Un attentato. Una cosa troppo grossa. Un’azione criminale. Un atto di guerra legittimo nel momento della sua attuazione. Ecco un triste esempio della Memoria Divisa degli italiani, con le sue troppe controversie morali e giuridiche e storiografiche che lo hanno riguardato: l’attacco gappista di via Rasella.

Quando si parla di controversie morali non si parla solo di responsabilità ma di un tema molto più complesso, incentrato sull’eterna domanda “quando il fine giustifica i mezzi?”.

Anche di fronte all’evidenza dei fatti ed attraverso i decenni le false convinzioni e condanne hanno continuato a trovare terreno fertile per fiorire, ma la cosa che ci sembra più incresciosa è che queste accuse e polemiche siano principalmente italiane. Non importa se di destra o di sinistra, ad essere grave è che si ignorino i fatti e si raccontino verità di comodo ignorando la realtà storica.

Che queste false convinzioni vengano proprio dagli italiani rattrista e delude, fa apparire il nostro paese ingrato ed ipocrita: si tende a dimenticare la numerosa partecipazione italiana al movimento fascista, si condannano i ragazzi di via Rasella per un’azione che ha letteralmente dato la svolta alla liberazione dell’Italia permettendo l’avanzata degli Alleati, liberando Roma dall’occupazione nazista.

Si dice che conoscere la Storia è importante per non ripetere gli errori del passato. Si dice che la storia la scrivano i vincitori. E allora perché, nonostante queste premesse, la Storia viene raccontata o ricordata male? Perché stiamo ancora a dare più importanza ai moralismi e non alle ammissioni dei diretti responsabili e colpiti?

Civil Words parte dall’intervento di uno storico, Alessandro Barbero, per raccontare la verità accertata dell’attacco e per fare luce sulle menzogne che avvelenano la memoria italiana, smentendole. Il testo è tanto un monito quanto un invito: ognuno di noi è responsabile della trasmissione della memoria passata alle future generazioni e questo dev’essere fatto in un’ottica di onestà, umiltà e verità; se lasciassimo che le menzogne contaminino i fatti che ci hanno portato dove siamo oggi comprometteremmo il nostro futuro e la nostra identità nazionale.

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